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Perché l’incremento dello scraping ai non aumenta il traffico di ricerca?

Scopri come l'esplosione dello scraping da parte dell'intelligenza artificiale sta alterando il panorama del giornalismo digitale, senza portare benefici proporzionali in termini di traffico.
  • L'attività di scraping da parte delle aziende AI è aumentata in modo esponenziale, con 2 milioni di accessi ai siti web nel quarto trimestre del 2024.
  • I motori di ricerca AI inviano il 96% in meno di traffico di riferimento rispetto ai tradizionali come Google.
  • Il traffico non valido generale (GIVT) è aumentato del 86% nel secondo semestre del 2024, distorcendo le metriche delle campagne pubblicitarie.

La Rivoluzione Silenziosa dei Motori di Ricerca AI

Nel panorama digitale odierno, i motori di ricerca alimentati dall’intelligenza artificiale, come quelli sviluppati da OpenAI e Perplexity, stanno cambiando radicalmente il modo in cui le informazioni vengono distribuite online. Nonostante le promesse di generare nuove fonti di reddito per gli editori, la realtà è ben diversa. Un recente rapporto di TollBit ha rivelato che questi strumenti inviano il 96% in meno di traffico di riferimento ai siti di notizie rispetto ai tradizionali motori di ricerca come Google. Questo dato sconcertante mette in luce una verità innegabile: le aspirazioni di guadagno degli editori sono state gravemente compromesse.

L’attività di scraping da parte delle aziende AI è aumentata in modo esponenziale, con una media di due milioni di accessi ai siti web nel solo quarto trimestre del 2024. Ogni pagina è stata “letta” circa sette volte in media, ma il traffico generato è stato pressoché nullo. La mancanza di trasparenza nelle pratiche di scraping rappresenta una sfida significativa per gli editori, che si trovano a dover affrontare costi server crescenti senza benefici proporzionali in termini di traffico.

Le Conseguenze per gli Editori

Il caso di Chegg, un’azienda edtech, è emblematico dei rischi che i motori di ricerca AI pongono alle imprese che dipendono dal traffico di ricerca. Nel gennaio 2025, il traffico del sito di Chegg è crollato del 49% rispetto all’anno precedente, un calo drammatico rispetto all’8% registrato nel secondo trimestre del 2024, subito dopo l’introduzione dei riassunti AI da parte di Google. Questo declino ha costretto Chegg a considerare l’ipotesi di diventare privata o di cercare un’acquisizione.

La mancanza di trasparenza riguardo ai crawler web AI complica ulteriormente la situazione. Molte aziende AI non rivelano adeguatamente le loro attività di scraping, rendendo difficile per gli editori comprendere come i loro contenuti vengano utilizzati. Olivia Joslin, cofondatrice di TollBit, ha sottolineato il dilemma degli editori: bloccare Google potrebbe avere un impatto negativo sulla SEO, e dedurre l’uso esatto dei bot è praticamente impossibile.

Il Problema del Traffico Non Valido

Il traffico non valido generale (GIVT) è aumentato del 86% nel secondo semestre del 2024, con un volume mensile di oltre 2 miliardi di richieste pubblicitarie. Questo incremento è fortemente correlato alla proliferazione di crawler e scraper alimentati dall’AI. Sebbene il GIVT non sia intrinsecamente dannoso come il traffico non valido sofisticato (SIVT), può distorcere le metriche delle campagne pubblicitarie, gonfiare i conteggi delle impressioni e sollevare preoccupazioni riguardo alle discrepanze.

La rapida adozione di strumenti di AI generativa ha portato a un aumento significativo dei crawler e scraper AI, progettati per simulare il comportamento degli utenti e raccogliere dati preziosi. Queste attività possono gonfiare le metriche del traffico generando impressioni che non rappresentano un vero coinvolgimento umano, contribuendo così all’aumento del GIVT.

Un Futuro Incerto per il Giornalismo Digitale

La crescente popolarità dei motori di ricerca alimentati dall’AI non sembra destinata a diminuire. Tuttavia, senza modelli di compensazione chiari ed esecutivi, la sostenibilità del giornalismo digitale e la qualità delle informazioni online rimangono a rischio. Alcuni editori hanno già iniziato a negoziare accordi di licenza con le aziende AI per garantire una giusta compensazione, mentre altri stanno esplorando modelli che prevedono il pagamento per ogni istanza di scraping.

In un mondo in cui l’automazione e la trasformazione digitale stanno ridefinendo i confini dell’informazione, è essenziale comprendere le basi dell’automazione e della scalabilità produttiva. L’automazione consente alle aziende di ottimizzare i processi, riducendo i costi e migliorando l’efficienza. Tuttavia, come dimostrato dal caso dei motori di ricerca AI, è fondamentale bilanciare l’innovazione con la giusta compensazione per i creatori di contenuti, altrimenti rischiamo di compromettere la qualità delle informazioni disponibili online.

In un contesto più avanzato, la trasformazione digitale non riguarda solo l’adozione di nuove tecnologie, ma anche la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Le aziende devono essere pronte a rivedere i propri modelli di business e a esplorare nuove opportunità per rimanere competitive. Riflettendo su questi temi, è chiaro che il futuro del giornalismo digitale dipenderà dalla capacità del settore di adattarsi e innovare, garantendo al contempo una giusta compensazione per il valore creato.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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