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- Solo il 9% delle municipalità olandesi considera fattibile il passaggio a fornitori alternativi di tecnologia.
- Il CLOUD Act consente alle autorità statunitensi di richiedere dati anche se conservati nei centri dati olandesi, sollevando preoccupazioni per la sovranità dei dati europei.
- Circa il 37% delle municipalità olandesi preferirebbe un'alternativa europea a Microsoft, evidenziando la necessità di un cloud europeo federato.
L’attuale dipendenza del governo olandese dai giganti tecnologici americani come Microsoft, Google e Amazon rappresenta un rischio significativo per la sicurezza nazionale, specialmente con Donald Trump al potere e Elon Musk al suo fianco. Questa situazione non è nata da una scelta consapevole, ma è il risultato di anni di mancati investimenti nelle infrastrutture digitali locali. Solo il 9% delle municipalità olandesi considera fattibile il passaggio a fornitori alternativi, un dato che sottolinea la profondità di questa dipendenza. L’uso diffuso dei servizi cloud di Microsoft, come Office 365 e Azure, espone i dati governativi a potenziali accessi non autorizzati, come dimostrato dal recente furto di dati di 65.000 agenti di polizia. La mancanza di competenze IT interne rende difficile lo sviluppo di alternative, mentre le soluzioni SaaS disponibili limitano l’adozione del modello ‘bring your own cloud’. Questa situazione richiede un ripensamento fondamentale della strategia digitale del paese.
Il CLOUD Act e le sue implicazioni
Il CLOUD Act, introdotto nel 2018, conferisce alle autorità statunitensi poteri estesi per richiedere dati dalle aziende americane, indipendentemente da dove siano fisicamente conservati. Questo significa che anche i dati conservati nei centri dati olandesi possono essere richiesti dalle autorità statunitensi. La legge è stata progettata per superare gli ostacoli legali posti dal vecchio Stored Communications Act del 1986. Per il governo olandese, ciò implica che documenti sensibili, come quelli relativi a tariffe commerciali o posizioni strategiche nei confronti degli Stati Uniti, potrebbero essere accessibili alle autorità americane. Questo effetto extraterritoriale rende sempre più difficile rispettare le leggi europee in materia di sicurezza delle informazioni. La legge ha ricevuto il sostegno di grandi aziende tecnologiche come Microsoft, AWS, Apple e Google, ma solleva preoccupazioni significative per la sovranità dei dati europei.
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Minacce e soluzioni a breve termine
Con Donald Trump di nuovo al potere e Elon Musk a capo del nuovo Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), si è creata una minaccia acuta. DOGE ha ottenuto un accesso esteso ai sistemi di dati federali e lavora con personale giovane e inesperto che non si sente vincolato dai normali protocolli governativi. Le squadre di Musk hanno richiesto l’accesso a database governativi sensibili e sistemi di pagamento, sollevando preoccupazioni tra i politici riguardo alla segretezza e alla possibile illegalità di queste azioni. La storia ha dimostrato che gli Stati Uniti non si tirano indietro dallo spiare i loro alleati. Per esempio, si dice che abbiano intercettato il telefono di Angela Merkel nel 2021, un’azione che ha portato a una crisi diplomatica. Con l’accesso incontrollato di DOGE ai sistemi governativi, il rischio di un uso improprio dei dati olandesi è ora maggiore che mai. È necessario cercare immediatamente soluzioni alternative per le informazioni governative più sensibili. Questo potrebbe significare che alcuni sistemi diventino temporaneamente meno user-friendly, ma la sicurezza deve avere la priorità.
Una nuova era di cooperazione europea
Nel lungo termine, è essenziale un approccio europeo congiunto per ridurre la dipendenza dalla tecnologia americana. Circa il 37% delle municipalità olandesi preferirebbe un’alternativa europea a Microsoft. Il Garante europeo della protezione dei dati vede il CLOUD Act come in conflitto con il GDPR. Sono già in corso vari progetti per creare un cloud europeo federato, come ECOFED. Senza investimenti seri in alternative europee, queste non si concretizzeranno. Le scelte che facciamo ora determineranno la nostra autonomia digitale per i decenni a venire. Come mega-economia, l’UE deve recuperare il ritardo nel campo della tecnologia. La cooperazione europea è essenziale per raggiungere una scala che possa competere con i giganti tecnologici americani.

Riflessioni sulla sovranità tecnologica
L’automazione e la scalabilità produttiva sono concetti fondamentali nel contesto della sovranità tecnologica. L’automazione consente di ridurre la dipendenza da fornitori esterni, aumentando l’efficienza e la sicurezza dei processi interni. La scalabilità produttiva, d’altra parte, permette di adattare rapidamente le risorse tecnologiche alle esigenze mutevoli, garantendo una maggiore resilienza di fronte a crisi o cambiamenti di mercato. Tuttavia, la vera sfida è trovare un equilibrio tra l’adozione di tecnologie avanzate e il mantenimento del controllo sui propri dati e infrastrutture. La trasformazione digitale non è solo una questione di tecnologia, ma anche di strategia e governance. È essenziale che i governi investano nella formazione di personale IT qualificato e nello sviluppo di soluzioni locali per garantire una vera autonomia digitale. Solo così sarà possibile costruire un futuro in cui la tecnologia sia al servizio della società, e non viceversa.