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Come l’intelligenza artificiale trasformerà il 40% dei posti di lavoro entro il 2027

L’AI è pronta a rivoluzionare il mercato del lavoro: tra rischi di sostituzione e nuove opportunità, ecco cosa ci aspetta nei prossimi anni.
  • Il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 6,8% nel 2024, un punto percentuale in meno rispetto a maggio 2023.
  • Secondo il rapporto di Goldman Sachs, l’automazione potrebbe portare alla perdita di 300 milioni di posti di lavoro, ma aumentare la produttività del 7%.
  • Il 40% dei posti di lavoro nelle economie avanzate sarà influenzato dall’AI, con una percentuale che sale al 60% secondo il Fondo Monetario Internazionale.
  • Nel settore pubblico italiano, circa 200mila dipendenti potrebbero essere sostituiti dall’AI, mentre 1,8 milioni dovranno adattarsi alla nuova tecnologia.

Parlare dell’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) sul mondo del lavoro nei prossimi anni è come un salto nel vuoto. Individuare traiettorie, percentuali e andamenti di una tecnologia in rapida evoluzione in una società che cambia velocemente è complesso e richiede tempo. I risultati degli studi pubblicati negli ultimi mesi hanno generato un acceso dibattito, causando una polarizzazione dell’opinione pubblica tra tecnottimisti, convinti che l’AI apporterà benefici all’essere umano, e pessimisti.

Il Quadro Occupazionale in Italia

Per fare chiarezza, partiamo da un dato positivo sulla situazione lavorativa in Italia. La scorsa settimana è stato pubblicato il Rapporto Ocse sulle nuove prospettive dell’occupazione, che delinea per il nostro Paese un quadro in miglioramento. Nonostante il livello di occupazione sia ancora al di sotto della media degli Stati più sviluppati, il trend di crescita dei posti di lavoro post-Covid sta proseguendo. Il tasso di disoccupazione nazionale è sceso, nel 2024, al 6,8%, un punto percentuale in meno rispetto a maggio 2023 e tre punti in meno rispetto alla crisi pandemica, ma ancora al di sopra della media Ocse del 4,9%. L’occupazione totale ha visto un incremento annuo del 2%, registrato a maggio 2024. Entro il 2025, secondo Parigi, il gap con altre economie internazionali potrebbe ridursi, anche se l’Italia resta al palo sul piano dell’occupazione femminile e giovanile. Sono necessari ulteriori progressi per coprire il numero elevato di posti di lavoro vacanti, mentre i salari restano bassi.

Prospettive e Previsioni sull’Automazione

Il rapporto di marzo 2023 di Goldman Sachs ha stimato che l’automazione avrebbe portato alla perdita di 300 milioni di posti di lavoro. Tuttavia, la banca ha aggiunto che, nonostante l’alto tasso di sostituzione, l’AI potrebbe creare nuovi posti e incrementare la produttività, aumentando il valore annuo totale di beni e servizi prodotti di un +7%. Un rapporto del Fondo Monetario Internazionale ha rincarato la dose, affermando che il 40% dei posti di lavoro sarà influenzato dall’AI nelle economie avanzate, con una percentuale che sale al 60%. L’Ocse, nell’Employment Outlook 2023, ha mostrato che il 27% dei posti di lavoro nell’area Ocse è ad “alto rischio” di automazione. Una ricerca di maggio di quest’anno da Forum PA ha segnalato che l’AI avrà un impatto significativo sul lavoro pubblico, con circa 200mila dipendenti che rischiano di essere sostituiti dalla nuova tecnologia e 1,8 milioni (su 3,2) che dovranno farci i conti.

Impatto dell’AI sui Settori Lavorativi

Secondo Forum PA, l’AI impatterà in modo incisivo sulle amministrazioni centrali, ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici, con quasi metà dei lavoratori (circa 92mila) che potrebbero vedere il loro lavoro sostituito dalle macchine. Le professioni ad alta specializzazione come ruoli direttivi, dirigenti e professionisti hanno un forte potenziale di collaborazione con l’AI, mentre quelle poco specializzate e routinarie sono più vulnerabili alla sostituzione.

Giorgia Meloni, intervenuta al Summit sull’AI di Seul, ha parlato di una “sfida epocale per l’intera società”, mentre il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha affermato che il grande cambiamento va affrontato “senza paura”. Zangrillo ha aggiunto che, con un forte ricambio generazionale nei prossimi otto anni nel settore della pubblica amministrazione (nel 2030 un milione di attuali lavoratori della PA andrà in pensione), bisognerà cavalcare l’ondata di cambiamento, fornendo ai nuovi assunti gli strumenti necessari e assumendo giovani talentuosi.

Nuove Occupazioni e Sfide Future

Quali lavori saranno creati con l’AI? Si parla spesso di occupazioni perdute, ma poco di quelle generate. Secondo una ricerca della Nexford University, le occupazioni a rischio di sostituzione nei prossimi anni riguarderanno il servizio clienti, addetti alla reception, contabili, ragionieri, addetti alle vendite, ricerca e analisi, lavoro in magazzino, sottoscrizione assicurativa e vendita alle casse. Difficile sarà la sostituzione di insegnanti, avvocati, giudici, direttori, manager, CEO, responsabili delle risorse umane, psicologi, psichiatri, chirurghi, analisti di sistemi informatici e artisti.

Secondo il “Future of Jobs Report 2023” del World Economic Forum, entro il 2027 si prevede una crescita media del 30% di occupazioni come analisti, data scientist, specialisti di big data e machine learning, professionisti della sicurezza informatica, ingegneri dei data center ed esperti ingegneri del cloud. Nuove professioni si affermeranno in altri settori: l’AI sarà utilizzata per la raccolta di dati sulle emissioni, per gestire la domanda e l’offerta di energia nei centri urbani, per ridurre gli sprechi negli ospedali e per supportare il personale medico nel monitoraggio dei pazienti e nell’elaborazione di diagnosi e cure.

Bullet Executive Summary

In conclusione, l’introduzione dell’AI non cambierà solo il tipo di lavoro, ma anche il modo in cui lavoreremo. Secondo l’Ocse, l’AI migliorerà la qualità del lavoro agendo sulle tre D – dirty, dangerous, dull (sporco, pericoloso, noioso) – automatizzando attività ripetitive come la posta elettronica e l’ispezione del controllo qualità, permettendo ai lavoratori di cimentarsi in compiti più stimolanti e gratificanti. Le potenzialità dell’AI sono state rimarcate da esperti intervistati dalla BBC. Carl Benedikt Frey, economista e professore esperto di lavoro e AI presso l’Università di Oxford, ha commentato che ChatGPT può essere un assistente personale utile per il brainstorming e la generazione di nuove idee. L’AI può cogliere errori e bias che i lavoratori potrebbero trascurare, individuando inesattezze nel testo e segnalando pregiudizi e distorsioni.

Una nozione base di automazione è che essa può migliorare la produttività e la qualità del lavoro, permettendo ai lavoratori di concentrarsi su compiti più complessi e creativi. Una nozione avanzata è che l’AI può anche aiutare a ridurre i bias e le discriminazioni nei processi di assunzione e valutazione delle performance, migliorando l’equità e l’inclusività nel mondo del lavoro. Tuttavia, è fondamentale che le autorità governative vigilino per evitare discriminazioni e che si sviluppino quadri normativi solidi per gestire l’AI in modo sicuro e responsabile.

La rivoluzione dell’intelligenza artificiale è qui: bisogna capire quanto tempo ci vorrà ad accettarla e iniziare a guidarla nella direzione giusta.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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